
Nicolas Maduro, presidente del Venezuela ha annunciato a fine gennaio il lancio della criptovaluta Petro, previsto per il 20 febbraio 2018. Il Venezuela è in piena crisi e rischia l’embargo da parte degli Stati Uniti. Maduro conta di rilanciare l’economia nazionale affidandosi a quella che diventerà la criptomoneta di stato: El Petro.
Ogni Petro coin sarà garantito da un barile di petrolio e verrà immesso sul mercato in 100 milioni di unità al prezzo di 60 dollari. Come si evince dal white paper (in lingua spagnola) redatto con il contributo del Presidente, la moneta si baserà sulla blockchain di Ethereum e sarà una piattaforma digitale per acquistare beni e servizi nonché scambiare moneta FIAT con qualsiasi criptovaluta.
Il Petro si basa sull’algoritmo di consenso Proof-of-Stake. La private sale iniziale (20 febbraio 2018) prevede la vendita di 38.400.000 token Erc20, poi seguirà la vera ICO pubblica a partire dal 20 marzo 2018. Quale sarà l’utilizzo di Petro in Venezuela? La crypto servirà ad esempio per pagare le tasse, e sono già previsti incentivi fiscali per le aziende che lo utilizzeranno nelle proprie operazioni commerciali.
Come verranno distribuiti i guadagni ottenuti con la ICO? Lo vediamo subito:
- il 55% è destinato al Governo sovrano del Venezuela
- il 15% per la promozione di Petro
- il 15% per lo sviluppo del network
- il 15% per lo sviluppo tecnologico del progetto
In ogni caso, non è tutto rose e fiori: il governo di Maduro viene accusato infatti di emettere Petro solo per evitare le sanzioni imposte dagli USA. La questione va seguita con attenzione, anche perché ipotizziamo che gli Stati Uniti riescano in qualche modo a bloccare gli scambi di crypto con Petro… ciò decreterebbe molto probabilmente la fine dell’alt coin Venezuelana.
Per oggi è tutto sull’argomento, vi terremo aggiornati sugli ulteriori sviluppi di El Petro.