
Google sta lavorando ad una tecnologia blockchain per supportare il suo servizio cloud, e per restare al passo con tutte le nuove start-up emergenti che offrono servizi simili. Sempre più aziende utilizzano infatti la blockchain per registrare in modo sicuro transazioni e trasferimenti di informazioni e anche Google potrebbe garantire in questo modo la protezione dei dati dei suoi utenti.
Numerose persone all’interno di Google stanno “armeggiando” con i protocollli blockchain negli ultimi mesi, e il cloud storage è un ambiente naturale per questo tipo di tecnologia. Sarà stato un caso quello dell’abolizione di tutti i banner relativi alle crypto sul famoso motore di ricerca? Difficile a dirsi, per ora non c’è nessun annuncio ufficiale di Google sull’utilizzo della nuova tecnologia.
“Come molte altre tecnologie, abbiamo vari team che stanno esplorando le potenzialità della blockchain, ma è presto per noi definire particolari piani o utilizzi” questo è ciò che riferisce un portavoce dell’azienda. È chiaro però che la tecnologia rappresenta una grande sfida e opportunità per Google, uno dei pionieri del web, con una lunga esperienza e sempre aperto a nuove applicazioni.
Per costruire la propria tecnologia, la “big G” si basa su quanto proposto dal consorzio Hyperledger, ma potrebbe optare per un’altra tipologia di servizio, più semplice da scalare su milioni di transazioni. Tra gli altri giganti dell’informatica, IBM e Microsoft hanno dato il via alla trasformazione, proponendo strumenti legati alla blockchain. Questo è un mercato che potrebbe crescere dai 706 milioni di dollari dello scorso anno, fino a 60 miliardi di dollari nel 2024, secondo WinterGreen Research.
Una folta schiera di start-up stanno cercando di contrastare il dominio di Google, utilizzando le nuove tecnologie. Brave, ad esempio, è un nuovo browser che si pone come concorrente di Google Chrome. Invece di riempire le pagine di pubblicità, Brave usa la tecnologia blockchain per pagare i siti quando gli utenti vi passano del tempo.
Un altro è Bitclave, che permette agli utenti di fare ricerche online e ottenere ricompense per aver visto le pubblicità. Un altro progetto chiamato PreSearch, usa la blockchain per competere con il motore di ricerca di Google, da quanto si evince dal whitepaper. Insomma, il calderone è bello fumante già da qualche tempo, aspettiamo al varco la “grande G” per vedere se e come implementerà la blockchain nel proprio business.
Fonte: Business Report