
22 marzo 2018. Dal summit sono emerse due questioni principali. La prima è la volontà dei paesi più potenti del mondo di considerare le criptovalute come strumenti finanziari e non alla stregua delle valute nazionali. Ciò significa che lo sforzo dei venti paesi sarà diretto verso una regolamentazione di natura finanziaria, piuttosto che monetaria.
In secondo luogo, quello che emerge è che data la scarsa conoscenza della materia trattata, i governi avranno bisogno di studiarla con maggiore attenzione e reperire maggiori dati al riguardo. Di conseguenza al summit si è stabilito che una serie di proposte concertate per la regolamentazione delle criptomonete saranno presentate non prima del prossimo luglio.
Queste proposte verteranno innanzitutto sull’accertamento obbligatorio dell’identità degli utenti sia per le ICO che per le piattaforme di trading (cosa che in genere già avviene). Questa linea piuttosto morbida può essere vista quindi come una specie di autorizzazione a sviluppare tecnologie ed ecosistemi della blockchain per mantenere in un certo senso, competitiva l’Europa nei confronti delle super potenze USA e Cina.
19 marzo 2018. Aggiornamento G20: dopo Svizzera e Germania, anche la Francia legalizzerà a breve le ICO tramite l’AMF (autorità finanziaria francese). Si aspetta quindi una dichiarazione congiunta tra Germania e Francia sull’argomento proprio al G20. La politica europea in materia ICO va quindi dalla parte opposta rispetto all’America, qui si cerca di facilitare i processi, mentre in USA non c’è nessuno in ambito politico che si interessi di questa innovazione.
15 marzo 2018. Lunedì 19 e martedì 20 marzo potrebbero essere due giorni importanti per il destino delle criptovalute. Il condizionale in questi casi è d’obbligo, visto che per il momento le notizie che stanno rimbalzando per tutto il web non sono ancora ufficiali.
Ma andiamo con ordine. L’agenzia internazionale di notizie Reuters, ieri pomeriggio, ha pubblicato un articolo, contenente le dichiarazioni di un non meglio identificato ufficiale del Governo Giapponese. Da queste emerge la possibilità che nella prossima riunione del G20 che si terrà a Buenos Aires si affronterà anche la questione delle criptomonete.
Il punto fondamentale sarebbe la prevenzione dell’utilizzo delle cripto per il riciclaggio del denaro sporco, questione che da tempo preoccupa le autorità giapponesi. Ad ogni modo, considerando le grandi differenze di atteggiamento sulle criptovalute dei diversi paesi coinvolti, con tutta probabilità non si verrà a formare immediatamente un accordo sulle linee guida da seguire.
Intervistato da reuters un altro funzionario del governo giapponese aggiunge altre informazioni molto interessanti, dichiarando che:
Le discussioni [sulle criptovalute] saranno focalizzate sui passi da intraprendere rispetto alle norme antiriciclaggio e a quelle sulla protezione dei consumatori, piuttosto che sul modo in cui il trading di criptomonete possa influenzare il sistema bancario internazionale.
Ma l’ufficiale giapponese ha anche aggiunto che:
Il sentimento generale tra i membri del G20 è quello che l’applicazione di norme troppo stringenti sulle criptomonete non sia affatto un bene.
Secondo i rappresentanti giapponesi intervistati da Reuters, il punto di incontro per una regolamentazione leggera delle cripto, potrebbe essere quello di stipulare accordi su norme comuni limitate alla materia dell’antiriciclaggio. Sarebbe meglio lasciare per il momento da parte tutto il discorso riguardante l’implementazione di norme finanziarie e fiscali.
Sarà necessario attendere la prossima settimana per capire quanto il discorso fatto dai rappresentanti giapponesi possa o meno essere realistico. Considerando che all’interno del G20 si trovano sia gli Stati Uniti che la Cina, che sono decisamente i due avversari più forti a contendersi queste nuove tecnologie, è difficile prevedere come si potranno mettere le cose una volta che le discussioni saranno cominciate.
Ad ogni modo, e questa è forse la cosa più importante per tutti coloro che si occupano a vario titolo di criptomonete, la riunione del G20 con l’argomento delle cripto in agenda metterà finalmente in luce le posizioni ufficiali dei governi dei paesi più ricchi e potenti del mondo. Fino ad oggi, infatti, sono pochissimi quelli che hanno cominciato a prendere provvedimenti nazionali, così come sono pochi i paesi che hanno assunto posizioni ufficiali a riguardo.
Il Giappone, ad esempio, è stato uno dei primi paesi a rendere noti i propri sentimenti verso queste nuove tecnologie e ad adottare un sistema di controllo sul trading delle criptomonete. Anche se in effetti, i controlli operati attraverso questo sistema sono stati piuttosto sporadici e si sono verificati dopo il furto di 530 milioni di dollari dall’exchange Coincheck.
Francia e Germania, invece, hanno annunciato la loro intenzione, nell’ambito del G20, di presentare una dichiarazione congiunta sulla regolamentazione del mercato del bitcoin e delle cripto in generale. Non hanno reso noto nessuna informazione che possa aiutarci a capire quale sarà il loro approccio.
A questo proposito un funzionario dell’Unione Europea ha dichiarato in via ufficiosa, che una strategia di breve periodo potrebbe essere quella di applicare regolamentazioni antiriciclaggio e a prevenzione del finanziamento delle attività terroristiche. Allo stesso tempo occorre avvisare i consumatori dei rischi derivanti dal trading di criptomonete ed impedire alle banche di possederne.
Non possiamo sapere come si comporteranno gli stati presenti al G20, né quali saranno i contenuti delle azioni che decideranno di intraprendere verso le valute digitali, e nemmeno se riusciranno a trovare degli accordi rispetto ad un’azione comune da intraprendere.
Quello che è certo, invece, è che i prossimi giorni potrebbero essere decisivi per il futuro delle criptomonete, e quindi potranno avere delle conseguenze immediate anche sui loro prezzi. Di conseguenza sarà buona cosa seguire da vicino questa vicenda e fare molta attenzione alle dichiarazione che i paesi più potenti del mondo faranno durante la prossima riunione del G20.