
Ecco i migliori ETF per investire sul petrolio nel 2018
Tra gli investimenti più “classici”, c’è sicuramente quello sulle materie prime, che può avvenire con la compravendita di azioni, ETF (exchange traded funds) o il trading CFD petrolio (contratti per differenza). Nell’ultimo periodo avrai notato un incremento del prezzo del carburante, questo è avvenuto perché il prezzo “dell’oro nero” è tornato sopra i 70$ a barile.
Questo è quindi un ottimo momento per sfruttare i fondi ETF legati all’energia, diversificando il portafoglio con prodotti normalmente sottovalutati. Gli economisti si aspettano entro un anno un prezzo di almeno 100 dollari al barile, per cui questo settore potrebbe trasformarsi in un’ottima opportunità per noi investitori.
Prima di iniziare, chiariamo ancora una volta che cos’è un ETF: è uno strumento finanziario passivo che ingloba sia le caratteristiche di un fondo, che di quelle di un’azione. L’ETF replica l’indice al quale si riferisce, garantendo diminuzione del rischio, flessibilità e trasparenza.
Investendo in ETF energetici puoi coprire un intero settore, controllando un unico strumento. A tal proposito, ti presentiamo i migliori ETF energetici del 2018.
01. SPDR U.S. Energy Select Sector UCITS ETF (EUR)
Rendimento annuo 18%
Partiamo con un ottimo ETF che fornisce un ampio accesso ad un settore di mercato a basso costo. In pratica SXLE (simbolo del fondo) replica la performance dell’indice MSCI degli USA sull’investimento nell’energia 25/50.
Cos’è MSCI? Trattasi di un indice che contiene grandi, medie e piccole società americane del settore energia. Con questo ETF sei esposto a tutti i segmenti del settore, che comprende quindi anche i grossi nomi come Exxon Mobil, e così potrai sfruttare gli aumenti di prezzo del petrolio.
Che dire delle performance? SXLE ha fatto meglio di alcuni suoi concorrenti, ottenendo un +15,53% nell’ultimo anno. Considerando che è stato istituito nel 2016, ha finora garantito un rendimento annuo del 18%. Il suo costo di gestione è dello 0,15%.
02. Xtrackers MSCI World Energy UCITS ETF (EUR)
Rendimento annuo 15%
Non ci sono solo gli Stati Uniti tra i grandi produttori energetici, basti pensare a British Petroleum Plc (Regno Unito) o Royal Dutch Shell (Olanda), per cui ora parliamo di Xtrackers MSCI (o XDWo), un ETF che comprende anche brand extra USA. Il fondo investe in un paniere costituito 50/50 da aziende energetiche americane e internazionali, tra le quali figurano alcune provenienti dai paesi emergenti.
Diamo un’occhiata alla performance di XDWo, che ha fatto molto bene nell’ultimo anno raggiungendo il 16,68%. Anche questo è stato istituito nel 2016, ma il rendimento medio annuo è decisamente inferiore rispetto al precedente SXLE, si parla di 15% contro il 18%. Anche il costo di gestione è più alto, perché include non solo aziende americane, si tratta dello 0,30%.
03. iShares Global Clean Energy UCITS ETF (EUR)
Rendimento annuo 8,7%
Allonaniamoci un attimo dal classico petrolio, per parlare di energie alternative (solare, eolico ecc.). Se il petrolio aumenta, diventa più economico possedere il solare, per cui puntare su questo ETF potrebbe essere un buon investimento a lungo termine.
Ishares Global Clean Energy (simbolo INRG) segue l’indice S&P Global Clean Energy, che vanta un paniere di 30 società energetiche coinvolte nello sfruttamento del sole e del vento.
L’ETF in più, include alcune società tecnologiche legate alle rinnovabili, concentrandosi sulla parte più proficua di questo business. INRG purtroppo è il più costoso tra gli ETF presentati, con con commissioni dello 0,65%. Quanto rende? Nell’ultimo anno ha generato il +7,19%, mentre il rendimento medio annuo è dell’8,7%.