
Il colosso dell’e-commerce mondiale Amazon ha acquisito da poco più di un anno Whole Foods, la catena di alimenti biologici più famosa degli Stati Uniti, ma sull’affare costato ben 13,7 miliardi di dollari, vengono espressi giudizi non propriamente favorevoli.
Perchè Jeff Bezos Ha Comprato Whole Foods?
Jeff Bezos, padrone di Amazon, ha deciso di acquistare Whole Foods perché ha esteso il suo commercio anche alla vendita di prodotti alimentari, sia online sia in diversi punti vendita fisici, nei quali non si paga più alle casse ma tramite App.
La nota azienda di alimenti, che con gli anni si guadagnata la fiducia di milioni di clienti, grazie anche a 460 negozi sparsi negli Stati Uniti e nel Regno Unito, ha immediatamente dimostrato di essere in possesso di tutti i requisiti richiesti.
Questa acquisizione ha però fatto perdere una buona fetta di affezionati dei cibi biologici, principalmente perché questi sono stati affiancati a quelli processati e reperibili in qualunque supermercato.
Affare Amazon-Whole Foods: il punto della situazione
Dopo l’acquisizione del caposaldo biologico Whole Foods, si è creato un clima di malcontento generale tra i dipendenti dei suoi supermercati, per nulla soddisfatti delle condizioni lavorative. Queste ultime, a loro detta, risultano essere peggiorate e alla clientela viene offerto un assortimento alimentare di qualità inferiore.
Inoltre un rapporto di Bloomberg del 2018 registra un notevole calo di acquisti su Whole Foods da parte dei clienti Amazon Prime. Questo dato viene supportato anche da Bricks Meets Clicks, secondo il quale i clienti del colosso americano non arrivano a spendere nemmeno 74 dollari mensili, a differenza di quelli provenienti dai portali e-grocery che arrivano ad una media di ben 200.
Il calo potrebbe essere dovuto alla minor presenza di punti vendita fisici rispetto ad altre catene di vendite alimentari come Walmart, Target e Kroger.
I Consigli dell’Ex Dirigente Amazon
Quel che suggerisce Brittain Ladd, famoso analista ed ex direttore di Amazon, è di correre immediatamente ai ripari e di elaborare delle strategie mirate, per esempio:
- Sostituire il fondatore di Whole Foods John Mackey per permettere all’azienda di intraprendere un nuovo percorso
- Introdurre marchi di utilizzo comune come Oreo, Pepsi, Coca-Cola, sia online che sugli scaffali degli store
- Migliorare il rapporto qualità-prezzo dei prodotti
- Razionalizzare le private label, ossia quei beni realizzati da piccole/medie aziende sconosciute ai consumatori per quelle più famose. In passato venivano anche chiamate etichette bianche.
I Progetti a Lungo Termine
Oltre alle soluzioni da adottare immediatamente, Brittain Ladd consiglia di rivoluzionare l’esperienza della spesa, evitando di mantenere il modus operandi attuale di Whole Foods.
Questo progetto a lungo termine potrebbe far diventare l’etichetta un leader nella distribuzione alimentare nell’arco dei prossimi 10-15 anni.
Whole Foods ha recentemente annunciato la prossima interruzione della partnership con Instacart (azienda specializzata in servizi di consegne alimentari), che iniziò nel 2014 quando quest’ultima era solamente una start up, per poi diventare due anni dopo il suo corriere esclusivo.
La decisione è stata presa in quanto, con l’arrivo di Amazon, la convivenza sarebbe stata letteralmente impossibile.