
Parte l’IPO di Lyft e si attende un’accoglienza calorosa con azioni che andranno dai 62 ai 68 dollari l’una. Un’ottima notizia per risollevare i capitali dell’azienda che presentava un buco di oltre 900 milioni di dollari.
Al via l’imponente capitalizzazione di Lyft
Secondo gli esperti, l’IPO di Lyft porterà nelle casse dell’azienda un tesoretto di 2,1 miliardi di dollari. Proprio quello che ci vuole per rimpinzare le casse del colosso americano che si appresta a sbarcare in Borsa.
Sono queste infatti le cifre contenute nei documenti ufficiali che obbligatoriamente le aziende americane che si apprestano a sbarcare in Borsa devono consegnare presso l’ente Securities and Exchange Commission che vigila sulle operazioni di questo tipo.
D’altra parte, l’azione è stata studiata nei minimi dettagli dal colosso del ridesharing di San Francisco che ha fissato il prezzo di ogni azione ad un costo indicativo di 62/68 dollari: una cifra di tutto rispetto se si pensa che solo fino a qualche anno fa un’azienda di questo tipo non era neanche ipotizzabile in Borsa.
Il costo delle azioni è sicuramente cresciuto rispetto a qualche tempo fa. Appena nel 2016, quando l’azienda aveva iniziato a progettare il suo ingresso a Piazza Affari, il costo per ogni azione era fissato intorno ai 15 dollari, due anni dopo era arrivato a 36 dollari per giungere ad un prezzo definitivo di 62. Un bell’incremento che fa presagire una vendita sicuramente scoppiettante e per certi versi sorprendente.
I buchi nel bilancio di Lyft
Quello che stupisce più di ogni altra cosa, infatti, è che l’azienda di San Francisco che è attiva oggi in oltre 300 città fra Stati Uniti e Canada, presenta pure una perdita che si assesta intorno ai 911 milioni di dollari a fronte di un guadagno di 2,16 miliardi.
La situazione è sicuramente peggiorata rispetto ad appena un anno fa. Nel 2017, infatti, i guadagni avevano raggiunto i 528 milioni di dollari mentre le perdite erano pari a 688 milioni di dollari. Il dato preoccupante è che gli stessi fondatori di Lyft – John Zimmer e Logan Green – hanno candidamente ammesso che le perdite potrebbero continuare a crescere anche nel 2019.
Se il roadshow per la vendita delle azioni dovesse continuare ad andar bene così come nelle sue prime tappe, a fine mese, non appena si aprirà l’IPO, i due fondatori della società si troveranno a detenere solo il 48,8% dell’intero capitale della società. Il resto invece sarà in possesso di quanti durante il roadshow avranno dimostrato interesse all’acquisto e concretizzato l’operazione.
Ai nastri di partenza anche altre capitalizzazioni celebri
Se la capitalizzazione di Lyft sta destando così tanto interesse, va comunque specificato che non si tratta dell’unica operazione del genere prevista nei prossimi mesi.
Sono tante, infatti, le grandi aziende statunitensi che hanno deciso di tentare la fortuna dei mercati. Come abbiamo già approfondito in precedenza su queste pagine, nelle prossime settimane a Wall Street sbarcherà anche Uber che secondo gli esperti dovrebbe arrivare a raccogliere oltre 100 miliardi di dollari. Una cifra da capogiro per quest’azienda che è sempre nell’occhio del ciclone per questioni legate a tasse e permessi.
La Silicon Valley non sta certo a guardare e anche le aziende dell’Information Technology vogliono tentare la fortuna. Sono infatti in previsione le IPO di Pinterest, il colosso dei social network, e di Slack Technologies e Palantir Technologies che sono aziende operante della tecnologia avanzata.
Secondo gli esperti, però, la grande sorpresa dell’anno sarà l’IPO di Airbnb che dopo aver conquistato con prepotenza il mercato della ricezione turistica a basso costo, si candida ad essere la vera sorpresa di Wall Street con quotazioni altissime.