
Airbnb, il portale online che mette in contatto persone in cerca di un alloggio per brevi periodi con persone che dispongono di uno spazio extra da affittare, ha deciso di quotarsi in borsa.
Lo ha annunciato recentemente sul proprio portale, tanto che punterà a Wall street a partire dal 2020.
Il gigante californiano degli affitti all’inizio di settembre aveva pubblicato i risultati del secondo trimestre 2019, con ricavi superiori al miliardo di dollari.
Una mossa molto attesa per la società fondata nel 2008 da Brian Chesky e Joe Gebbia, diventata ad oggi una delle più grandi piattaforme di condivisione domestica, con oltre 7 milioni di annunci in 100.000 città in tutto il mondo.
Airbnb: la storia
“Perche? non affittiamo la stanza libera che abbiamo? Potremmo mettere un avviso sul sito del convegno”. Così è nata Airbnb.
Airbed & Breakfast, questo il nome dell’operazione, fruttò mille dollari in una settimana (a Chesky e Gebbia costò il prezzo di tre materassi gonfiabili e della colazione per la mattina dopo): 12 anni dopo, lo società dichiara la volontà di entrare nel mercato del trading.
Nonostante le grandi dichiarazioni, però, la società non ha ancora rivelato i suoi profitti: questo potrebbe scoraggiare gli investitori che, visti alcuni flop come Uber e Lyft, potrebbero andare cauti.
Due settimane fa Airbnb ha nominato Giacomo Trovato country manager per Italia e Sud Est Europa. Reduce da un’esperienza di sette anni in Amazon, è stato per 3 anni alla guida della divisione consumer electronics in Italia e Spagna.
Guiderà lo sviluppo di Airbnb in un’area che racchiude alcuni dei mercati di destinazione più importanti al mondo (Italia, Croazia, Grecia, Turchia).