
Un nome importante della finanza USA, George Soros, pare proprio che abbia deciso di investire in Bitcoin. Si unisce a Soros anche il re degli hedge fund, Steve Cohen (numero uno del fondo Point72 Asset Management) che ha dato l’ok per gli investimenti sul BTC. Parte dei loro fondi iniziano a dirottare sulla regina delle criptovalute.
Soros ha dato il via libera a Dawn Fitzpatrick, CIO del fondo, per scambiare attivamente i Bitcoin e, probabilmente, altre crypto. La notizia della decisione presa dal finanziere ungherese a capo del Soros Fund Management sorprende. Nel 2018, il gotha della finanza mondiale aveva affondato Bitcoin definendola una truffa.
L’ok del miliardario ungherese potrebbe scatenare una reazione emulativa da parte degli investitori, né più né meno come è successo dopo che Elon Musk ha annunciato di investire in crypto.
Investimento in Bitcoin: l’ok di George Soros
Sorprende l’ok di Soros, la sua decisione di investire in BTC. In passato non è stato tenero con la criptovaluta numero uno al mondo. Il 28 gennaio 2018, in occasione del convegno al World Economic Forum, Soros ha osteggiato il BTC definendolo, senza peli sulla lingua, una truffa che non ha alcuna possibilità di funzionare.
Da quel momento, i trader in preda al panico hanno fatto perdere oltre la metà del valore del token.
Ora tutto cambia. Il miliardario ungherese si è arreso davanti all’evidenza: ha ormai preso coscienza del fatto che le criptovalute sono realtà (Bitcoin in primis). Una realtà che non può essere ignorata dai grandi investitori e dagli operatori del settore. Prevale l’incertezza considerando i rendimenti dei titoli poco rischiosi prossimi allo zero. Si apre la caccia a rendimenti più interessanti su cui puntare.
Ad approvare lo scambio della criptovaluta è stato Dawn Fitzpatrick, supervisore del Soros Fund Management. Dal 2018, Fitzpatrick aveva dato il via libera ad Adam Fisheral (capo degli investimenti Adam Fisher) che, però, aveva lasciato la società nel 2019. A marzo 2021, il supervisore ha definito Bitcoin “una merce”, non una valuta vera e propria, richiesta dagli investitori per il semplice fatto che hanno paura della possibile svalutazione delle monete legali.
Dal canto suo, Steve Cohen sta esplorando il mondo della blockchain: considera ‘negligente’ ignorare le crypto, un settore che vale oggi 2.000 miliardi di dollari.
Altri due grandi nomi, Paul Tudor Jones ed il fondo Brevan Howard Asset Management, hanno dato il via ad investimenti nelle monete virtuali.
Possibile arrivo del Bitcoin nei conti correnti USA
Nei prossimi mesi, circa 650 banche USA potrebbero offrire la possibilità di negoziare Bitcoin a ben 24 milioni di clienti direttamente nei conti correnti, a seguito dell’accordo tra NCR (colosso dei pagamenti aziendali) e New York Digital Investment Group (società di gestione di asset digitali).
La possibilità potrebbe concretizzarsi molto presto. Le banche dovranno sfidare in un certo senso la regolamentazione anche se, in questo momento, devono vedersela con un problema serio: i deflussi di capitale dai propri conti verso gli Exchange a seguito dell’elevatissima richiesta di crypto da parte dei clienti.
Da una parte, il settore bancario non può restare indietro, dall’altra, dovrà assumersi il rischio a causa dell’altissima volatilità delle criptovalute.
Attualmente, l’app NCR consente di operare direttamente sui conti correnti. Le banche americane si lasceranno sfuggire questa occasione? Sicuramente no.