
Come abbiamo recentemente visto sul nostro sito, non è facile perseguire una buona strategia CRO per il proprio progetto e con essa, migliorare l’ottimizzazione delle conversioni. Tuttavia, non devi scoraggiarti: di seguito abbiamo voluto riassumere quattro strategie che potresti applicare fin da subito per ottenere più risultati soddisfacenti.
Alcune cose contano più di altre
Supponiamo che tu gestisca un sito B2B (commercio tra imprese) e che conduci i tuoi visitatori verso una pagina di richiesta di preventivo. Potresti trascorrere il tuo prezioso tempo di prova sperimentando titoli diversi, solo per scoprire che non c’è o c’è poca differenza tra uno e l’altro (ovvero, nessun impatto di rilievo sulla conversione finale).
Ebbene, trascorrere molto tempo su un singolo aspetto del tuo sito per poi renderti conto che l’impatto finanziario delle tue correzioni nel complesso risulta trascurabile, è piuttosto frustrante.
Ma cosa significa tutto ciò? È molto semplice: prima di ottimizzare, devi capire COSA e DOVE farlo!
La CRO non è una lista di tattiche
Un altro chiarimento: l’ottimizzazione delle conversioni non è un elenco di tattiche o un elenco di best practice che devi applicare. Anche perché, in fondo, le migliori pratiche sono per lo più prassi comuni e non sempre particolarmente azzeccate.
Peraltro, la nostra esperienza in materia ci dice anche un’altra cosa: il modo più rapido per capire se qualcuno è un dilettante o un professionista del settore è questo: i dilettanti si concentrano sulle tattiche (metti un pulsante più grande, scrivi un titolo migliore, e così via), mentre i professionisti rispettano un processo strategico fino in fondo.
Sul perché molta gente pensi che la CRO sia tutta una questione di tattiche “magiche” è piuttosto ovvio: molti post sui blog ti dicono che è così, suggerendoti di fare un’azione A per ottenere il risultato B, e così via. Molti siti ti diranno anche che l’ottimizzazione delle conversioni viene sempre più concentrata sugli aspetti SEO (ma non sempre è così).
Insomma, fai attenzione a chi ti da consigli: non ti stiamo dicendo che le tattiche non funzionano, ma non dovresti pensare subito in questi termini. Le quali, ben inteso, arriveranno dopo l’analisi coerente di quali sono i problemi che ha il tuo sito web.
Non hai problemi generici: hai problemi specifici!
Segui le tendenze del marketing globale, copi quel che fanno i concorrenti e implementi le migliori pratiche, ritenendo che questo sia sufficiente per avere successo? Ebbene, ti sbagli. E ti sbagli per un motivo molto chiaro: i siti web sono altamente contestuali!
In altri termini, ciò che funziona per un sito web può non funzionare per un altro. Se così non fosse, saremmo tutti ricchi copiando Amazon! D’altronde, vendere prodotti comuni ai ragazzi delle scuole superiori è ben diverso dal vendere yacht a milionari, e lo stesso vale per quanto concerne i progetti sul web.
Insomma, non hai problemi generici, hai problemi molto specifici. E, come tali non potrai che partire dall’analisi esatta di questi problemi, utilizzando un processo di ricerca metodico e l’osservazione dei dati.
Il problema dell’essere “guidati dai dati”
Se hai letto con attenzione i paragrafi precedenti, dovresti già aver capito che è opportuno essere più guidati dai dati, no? In realtà, è bene non saltare subito a conclusioni affrettate, perché la verità è che i dati non ti dicono nulla (o quasi!). Insomma, non basta aprire Google Analytics per far si che i dati vengano a te e ti suggeriscano le cose più opportune da fare.
Devi prima farti delle domande e solo dopo cercare i dati giusti che potrebbero aiutarti a trovare una risposta. I dati sono lì, sono abbondanti e sono pronti per essere interpretati!