
Ormai il mercato delle ICO è inflazionato di progetti che per la maggior parte o non vanno mai in porto, o addirittura si rivelano delle vere e proprie truffe. Ecco perché è tempo di tutelare da fregature gli utenti che vogliono contribuire a nuovi progetti. L’idea è venuta al solito genio Vitalik Buterin, che in gennaio ha proposto una nuova forma di ICO, chiamata DAICO.
DAICO deriva da un mix dei termini “DAO” (Decentralized Autonomous Organization) e “ICO” (initial coin offering) e prende forma in uno smart contract di Ethereum che vincola investitori e sviluppatori con regole ben precise. Con la DAICO, se il progetto non procede o addirittura fallisce, lo sviluppatore perde quanto ottenuto dalla ICO, dovendolo poi restituire agli investitori.
Daico: come funziona
Lo smart contract siglato dalle due parti in gioco permette a chi investe di pagare con Ethereum ed avere in cambio i token nella prima fase di contribuzione. Una volta chiusa la DAICO non si possono più acquistare token, e gli stessi vanno sul mercato degli exchange.
Gli aspetti positivi di questo nuovo strumento sono molteplici: gli sviluppatori hanno un massimo mensile di denaro che possono prelevare, gli investitori invece tramite un sistema di votazione possono decidere di farsi rimborsare il contributo se non vedono progressi, e addirittura possono votare per la chiusura totale della DAICO.
Differenze tra ICO e DAICO
Nel nuovo sistema il potere passa nelle mani degli investitori. Normalmente quando una ICO si conclude, i fondatori hanno subito a disposizione tutto il denaro raccolto, nella DAICO lo ricevono “a rate mensili” definite in precedenza dal contratto. Come già anticipato, se il progetto dovesse arenarsi o fallire, l’investitore è tutelato e può chiedere il rimborso del contributo nonché l’eventuale chiusura della DAICO, una cosa impensabile invece per le ICO.
Per concludere
Non c’è niente da dire, la nuova DAICO inventata da Buterin aiuta gli investitori a non buttare soldi in truffe o scam, per cui potrebbe prendere sempre più piede e magari sostituire anche in via definitiva le classiche ICO. Per rendersi conto dell’efficacia del nuovo sistema, si può seguire l’evoluzione della prima DAICO della storia, ovvero The Abyss.