
Il 2019 sarà l’anno del 5G, i primi smartphone e modem sono già stati lanciati e sono attesi negli USA e in Corea già da quest’anno. E in Italia? Le reti di quinta generazione potranno essere utilizzate da alcuni connazionali già da quest’anno nelle città pilota, ma per la diffusione di massa si dovrà attendere almeno il 2022.
Cosa offrirà di nuovo la connessione 5G?
State tranquilli: non ci accorgeremo nemmeno della differenza di velocità tra l’attuale 4G e il 5G sui nostri smartphone, ma la nuova tecnologia potrà sostenere la realtà virtuale e aumentata grazie ai visori tipo Oculus. Magari riusciremo a vedere film in streaming 4K, ma la vera rivoluzione 5G sarà nel cambiamento di tutti i servizi di cui usufruiamo quotidianamente.
Avremo quindi robot chirurghi, veicoli a guida autonoma, oggetti casalinghi e utensili sul lavoro sempre connessi e catalogati e molto altro.
Un qualsiasi servizio presente nella nostra vita può essere controllato a distanza grazie al 5G. Si potranno scambiare grandissime quantità di dati (i cosiddetti Big Data) in pochi secondi e grazie all’intelligenza artificiale, i dispositivi opereranno autonomamente.
I primi esperimenti avverranno nelle già citate città pilota, nello specifico: L’Aquila, Bari, Matera, Milano e Prato (e forse Roma e Torino) dove gli utenti potranno sperimentare alcuni servizi già dal 2019. Non è un caso che i salti di generazione per le reti siano avvenuti ogni 10 anni: il 4G è stato infatti introdotto nel 2010, il 5G lo sarà appieno nel 2020.
I cardini della tecnologia 5G
Scendendo ad un livello puramente tecnico, il 5G si basa su:
- eMBB (Enhanced mobile broadband), che consente trasmissioni fino a 10GB/secondo (il 4G arriva a 1GB/sec)
- mMTC (Massive machine type communications), ovvero la base dell’Internet of Things
- URLLC (Ultra reliable low latency communication), che garantirà tempi di risposta inferiori al millisecondo
Ad oggi, i costruttori cercano di guadagnare un vantaggio competitivo, mentre gli operatori di telecomunicazioni cercano di alleviare il passaggio dalla vecchia tecnologia alla nuova.
I big player della rivoluzione 5G
Se da una parte ci sono gli operatori telefonici, dall’altra ci sono invece i costruttori a spartirsi i guadagni derivanti dalla rivoluzione 5G. Segnatevi quindi i nomi di Ericsson, Nokia, Qualcomm, Cisco, Huawei, ZTE.
Ericcson
Il colosso svedese ha registrato a settembre 2018 un aumento delle vendite nel settore reti del 13% rispetto al 2017 e dell’11% rispetto al trimestre precedente (giugno 2018). Il brand ha avuto una forte crescita in USA, così come in America Latina ed Europa.
Nei soli Stati Uniti, Ericsson ha ottenuto un incremento del 21%, in Cina invece, del 2%. Sempre a settembre 2018, ha chiuso con un utile di 260 milioni di euro, lo scorso anno era sotto di oltre 1 miliardo e 300 milioni di euro. L’azienda fornirà agli operatori una guida per massimizzare i propri guadagni con la rete 5G.
Gli stessi potrebbero ottenere un incremento dei ricavi del 36% con l’introduzione del 5G in 10 diversi settori: energia, manufacturing, sicurezza pubblica, sanità, trasporto pubblico, media ed entertainment, automobili, servizi finanziari, agricoltura e retail.
Secondo Ericsson, le nicchie con più potenziale sono l’automazione in tempo reale, con ricavi stimati di 101 miliardi di dollari entro il 2026, e i servizi video, con una stima da 96 miliardi di dollari.
Il tuo capitale è a rischio.
Nokia
Segue il trend anche la finlandese Nokia, con il settore reti che guadagna l’1% (4,8 miliardi di euro) rispetto al 2017. Nokia ha quattro progetti in corso negli Stati Uniti, con Verizon, Sprint, AT&T, e T-Mobile, mentre in Cina ha stretto accordi con la big Tencent.
Il tuo capitale è a rischio.
Qualcomm
Passiamo agli USA, dove Qualcomm ha guadagnato ben 300 milioni di dollari, il 22% in più rispetto a settembre 2017. Con un utile di 1,5 miliardi di dollari (settembre 2018), ha annunciato la partnership con Samsung per la costruzione delle antenne che serviranno per l’internet of Things (chiamate “small cells”).
Il tuo capitale è a rischio.
Cisco
Secondo i manager di Cisco, l’introduzione del 5G creerà domanda per i fornitori di servizi, aprendo nuove frontiere di business con piccole e medie imprese.
La Cina di Huawei e Zte
Il colosso cinese Huawei sta effettuando test con almeno 30 operatori in dieci diverse città del mondo (due anche in Italia). ZTE ha chiuso negativamente il primo semestre del 2018 (-980 milioni di euro), però conta di recuperare proprio grazie al 5G e ad una filosofia di basso profilo dettata dai vertici dell’impresa. In Italia, ZTE sta lavorando alle reti di Wind-3.