
Secondo alcune grandi società di analisi e di interpretazione delle tendenze di mercato, i big data sono uno dei settori più redditizi per tutti coloro i quali ambiscono a investire in un settore ad alto tasso di crescita. Ma che cosa sono i big data? E perché potrebbero realmente essere un’opportunità di guadagno?
I big data, un fenomeno in continua crescita
Cominciamo dalle basi. Ogni giorno generiamo una impressionante mole di dati. Quanto siano realmente ampi tali dati… è molto difficile da stimare. Tuttavia, una recente ricerca condotta da IBM ha sostenuto che nel mondo, tutti i giorni, vengono generati 2.500 miliardi di miliardi di miliardi di dati, attraverso sensori, dispositivi tecnologici fissi e mobili, e così via.
Se tale dato vi sembra impressionante (lo è!) vi è anche un’altra statistica che non dovrebbe passare inosservata: il 90% di tutti i dati che sono stati creati dall’inizio della storia dell’umanità… è stato generato nei soli ultimi due anni.
Insomma, siamo costantemente circondati da una montagna di dati e di informazioni, il cui uso è molteplice e solo parzialmente decifrato.
Il problema è, semmai, cercare di organizzare e analizzare questa imponente mole statistica. Attraverso una coerente osservazione e manipolazione di tali dati è infatti possibile arrivare – ad esempio – a individuare quali saranno le tendenze di medio lungo termine, assumendo così decisioni di investimento migliori, oppure rispondere più tempestivamente sul breve o brevissimo termine a problemi di varia natura.
Big data in Italia: investimenti per più di 1 miliardo di euro
Da quanto sopra dovrebbe già essere chiaro come il mondo dei big data sia una delle grandi e più importanti frontiere dell’investimento. E non è un caso se anche nel nostro Paese – non certamente un leader in questo comparto, gli investimenti siano già abbondantemente oltre il miliardo di euro, con costante crescita su base annua.
A trainare il settore, come era lecito immaginare, sono soprattutto le grandi imprese del settore, che assorbono circa il 90% della spesa complessiva, con le banche (28%), l’industria (24%), telecomunicazioni e media (14%) a trainare i vagoni. In alcuni comparti, inoltre, il trend di crescita è stabilmente in doppia cifra (si pensi al manifatturiero, o alle banche e ai servizi), a dimostrazione ulteriore del boom dei big data tricolori.
E le PMI? Anche le organizzazioni imprenditoriali di più piccole o medie dimensioni non sono certamente indifferenti a questo business, aprendosi con crescente curiosità all’automatizzazione di processi e servizi, all’analisi e all’uso di strumenti di analisi di basa e di data visualization, e così via.
Perché puntare sui big data
Ma per quale motivo le imprese puntano sui big data? Stando alle più recenti analisi dell’Osservatorio Big data analytics & business intelligence realizzato dal Politecnico di Milano, sono questi i motivi principali:
- migliorare il rapporto con il cliente (70%)
- incrementare le vendite (68%)
- ridurre il time to market (66%)
- ampliare l’offerta di nuovi prodotti e servizi (64%)
- aumentare i margini (64%)
- ridurre i costi (57%)
- cercare nuovi mercati (41%)