
I piani individuali di risparmio, abbreviati con la sigla “PIR” sono stati introdotti in Italia nel 2017 con la Legge di Bilancio nr.232/2016. Sono un’alternativa al finanziamento bancario, che per ora costituisce oltre il 70% dei finanziamenti alle imprese (il restante proviene dal mercato dei capitali).
L’obiettivo è far sì che le aziende aprano il proprio capitale anche a terzi per diventare globalmente più forti. L’esperimento dei PIR ha già avuto molto successo in Gran Bretagna, Francia, Giappone e Stati Uniti.
Ma quanto è stato raccolto grazie ai PIR? Nel 2017 la cifra è superiore ai 10 miliardi di euro, per il 2018 si prevede possa arrivare fino a 70 miliardi di euro.
PIR: cosa sono?
Possiamo immaginarli come dei contenitori che possono prendere varie forme, come fondi d’investimento, assicurazioni, gestione patrimoniale. Dentro queste “scatole” si possono inserire diversi strumenti finanziari come azioni, obbligazioni, derivati e fondi.
PIR per il risparmiatore
Qual’è il vantaggio per i risparmiatori? Tutti i guadagni ottenuti da questi strumenti sono esenti dalle tasse, mica male vero? Basta pensare che per i titoli di stato le plusvalenze sono tassate al 26% o al 12,5%…
Che cosa può attrarre gli investitori? Il PIR deve essere costituito al 70% da strumenti finanziari emessi da imprese italiane (o europee con sedi stabili in Italia) e di questo 70%, almeno il 21% deve appartenere ad aziende non quotate in borsa, o quotate su mercati non regolamentati (ad esempio l’Aim, dedicato alle piccole e medie imprese).
L’altro 30% deve comprendere strumenti (azioni, obbligazioni) di altri emittenti, anche esteri.
PIR per l’azienda
Se per i privati, il PIR rappresenta un’interessante forma di investimento, per le aziende, soprattutto di piccole e medie dimensioni (cioè con ricavi inferiori ai 50 milioni di euro) è una preziosa fonte di capitali.
I team che gestiscono i fondi PIR fanno uno scouting continuo delle piccole e medie imprese per individuare gli imprenditori più indicati per stringere collaborazioni a medio-lungo termine. Si tratta quindi di un rapporto più diretto, rispetto alle grandi aziende vigilate da Consob e Banca d’Italia.
Quella che viene premiata è quindi la trasparenza, per cui le piccole imprese dovrebbero seguire alcuni semplici consigli. Per cominciare, meglio inserire nel Consiglio di Amministrazione soggetti indipendenti, poi certificare i bilanci e pubblicarli con l’ottica di comunicare con i potenziali investitori.
È molto importante anche partecipare alle iniziative proposte dalla Banca d’Italia, come ad esempio, il percorso Elite che mira a dare più visibilità alle imprese.
Per ottenere i finanziamenti bisogna quotarsi sul mercato Aim? Non è un passo obbligatorio, ma conviene alle imprese, perché il Governo, con la Finanziaria 2018 ha approvato il taglio del 50% sui costi di consulenza.
Ben vengano quindi i PIR se permettono di convogliare liquidità alle aziende che ne han bisogno e fanno risparmiare gli investitori.